DI NUOVO SOLI..

 

Sola…con me!

 

“L’amore non muore  mai di morte naturale. Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente. Muore di cecità e di errori e tradimenti. Muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza, per logorio o   per opacità”. (Anais Nin)

 

Il dolore non chiede mai il permesso. Lui arriva ed entra. Quante donne ho visto piangere. Per un aspettativa mancata, per un tradimento, per una parola detta male, perché sono state ferite nell’orgoglio, mortificate, umiliate, trascurate o perché sono state lasciate. Chi non è mai stato lasciato? Che avvenga in adolescenza o in età adulta fa male! Se poi avviene inaspettatamente può essere a dir poco lacerante. In psicologia, non a caso, viene definito “lutto”. Il senso di perdita, di abbandono, mischiato alla nostra impotenza è come una morsa feroce. Mille perché e per come riempiono la nostra mente di pensieri. I primi giorni poi anche respirare o fare una vita regolare è impensabile. Siamo come zombie, rallentati, contriti, costretti, con gli occhi emaciati dalle lacrime che sembrano trasudare costantemente e senza alcun controllo. L’uomo pare sia l’essere con maggiore capacità di adattamento. Ci abituiamo alla violenza, ai regimi alimentari. Ci abituiamo ad alzarci a determinati orari, ci abituiamo a tutto!  Ma il dolore di una perdita si presenta sempre col vestito nuovo della festa, ed è sempre come fosse la prima volta. Nulla, all’inizio può compensare, colmare e riempire quel senso di vuoto, misto a confusione. Anche il corpo sembra abbandonarsi. Spesso si perde l’appetito, ci si dimentica di mangiare. Il tempo, si dilata. Sembra non passare mai. E’ come trovarsi in un limbo, una condizione non ben definita, ma ricolma di incertezza. Anche la sofferenza però come tutto nella vita ha un inizio e una fine. Non è una condanna a vita e senza appello, ma un processo naturale e molto spesso funzionale. Usciti dall’oblio, siamo sistematicamente indotti a ragionare, razionalizzare, ma soprattutto ad accettare una nuova condizione di vita. Avere una vita sociale soddisfacente, affetti cari e sinceri, coltivare delle passioni ed una buona autostima sicuramente facilitano il processo di “reverse”, come personalmente mi piace definirlo. Inverso, opposto, contrario a una posizione o ad una situazione normale o di partenza. Invertiamo la rotta. Ricominciamo da noi stessi. L’amore per l’altro lo sostituiamo con quello verso noi. Incanaliamo le nostre energie e le nostre risorse. Forse sarò ripetitiva ma tenere la mente impegnata non guasta. Fare esperienze nuove senza essere negative o rifiutanti. Coltivare i propri interessi o crearsene di nuovi. Chiudere con il passato e ricominciare è un processo doloroso, ma necessario al cambiamento, e non sempre basta la volontà. Rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta può essere utile se non indispensabile, per affrontare per gradi questo momento così delicato, e per gettare le basi per nuove prospettive, ma soprattutto sviluppare nuove consapevolezze. Giorno per giorno, uno per volta, giorno dopo giorno.

 

“Per un po’ forse continuerò a urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà”. (David Grosmann)

 

                                                                                           

 

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