EIACULAZIONE PRECOCE

 

“E’ strano che noi essere umani ci allontaniamo tanto dalla natura anche nel fare l’amore, che l’attesa dell’orgasmo, l’ansia di arrivarci, rendono teleologico l’amore, ne fanno una cosa di ansie, attese, pressioni.” (Erica Jong, ballata di ogni donna 1990)

 

“Sono stufa di essere sposata con il tuo pene, sono una persona! Sono stufa di camminare sui gusci d’uovo, non parlare di trasferimento davanti al pene potrebbe afflosciarsi, e al pene piace questo, al pene piace quello! Sai che ti dico, questo matrimonio puoi buttarlo nel cesso!”. Charlotte York è un personaggio di una serie televisiva americana tutta al femminile, “Sex and the city”. Come si evince dal monologo di cui sopra Charlotte è decisa a chiudere il suo matrimonio, non per un tradimento, né per incompatibilità di carattere, ma per frustrazione sessuale. Molte coppie si lasciano a causa di un disturbo sessuale ormai tra i più diffusi, l’eiaculazione precoce. Di solito la durata media di un rapporto si aggira tra i 3 e gli 8 minuti, si parla di eiaculazione precoce quando si scende sotto il minuto o quando, nello specifico, l’uomo non riesce ad avere controllo sul proprio riflesso eiaculatorio e, facendosi sorprendere dall’eccitazione e dall’ansia del momento, conclude in pochissimo tempo. Le cause di questo disturbo sono diverse, in primis influiscono i fattori emotivi quali stress, ansia, stanchezza, depressione e problemi relazionali, cosi come invece può dipendere da fattori organici quali diabete, malattie degenerative, l’uso smodato di alcool e droghe o da una disfunzione ereditata. Nonostante sia un problema che accomuna tantissimi uomini, parlarne è ancora un grande tabù. Sicuramente perché questo disturbo ha effetti importanti sull’autostima. Chi ne soffre, infatti, comincia a sentirsi in colpa e non adeguato alle circostanze. Si avvilisce, cosi come le sue sicurezze, determinando una spirale di pensieri negativi, fine a se stessi, ed al continuo fallimento sessuale. Si stima che solo in Italia ci siano più di 3 milioni di uomini a soffrirne, e con loro, anche il relativo rapporto di coppia. Infatti lo stress causato dal fallimento sessuale, e la successiva crisi di coppia, tende a cronicizzarsi ed a riproporre la disfunzione durante i successivi momenti di intimità, come se ci fosse un copione che si ripete. L’uomo ha una massiccia difficoltà ad accettare di avere una problematica sessuale, così come ad affrontare in maniera diretta il problema con la partner, ed ancor di più a chiedere aiuto. La donna dalla sua non è gratificata dall’atto sessuale, e, nel tempo comincia ad attribuire il problema a se stessa, al suo aspetto, alla sua inadeguatezza o poca bravura, oppure relega il problema all’egoismo del partner, alla poca attenzione, o addirittura al non amore. Inevitabilmente si crea distacco, una vera e propria voragine affettiva che, alla lunga, crea una frattura non sempre risanabile. E’ un po’ come il cane che si morde la coda! Un circolo vizioso che si conclude troppo spesso con una crisi o con una secca rottura, dolorosa per entrambe le parti. Tutto questo per imbarazzo, paura, timore, vergogna. Tutto questo per un disturbo che, se trattato adeguatamente, può essere curato. 

Scegliamo i nostri compagni\e di vita, i nostri fidanzati\e, mogli o mariti, con l’idea e la voglia di passare la nostra intera esistenza con loro, progettiamo vite insieme e compriamo case e poi? Poi ci dimentichiamo che nulla si costruisce, nulla si può progettare senza basi solide, e queste fondamenta in qualsiasi rapporto risiedono nel dialogo e nella comunicazione. Aprire un dialogo, con la persona che si ha accanto, è sempre il primo passo, il primo indispensabile passo per la risoluzione o il miglioramento di qualsiasi condizione. La condivisione del disagio ed un dialogo aperto, seppur imbarazzante, rappresentano comunque un modo per sciogliere i nodi, ed alleggerire ansie e pressioni, al fine di poter scegliere con maggiore tranquillità la strada più idonea da percorrere. Che sia una terapia farmacologica, una psicoterapia o entrambe le cose, è necessario che le persone con questo disturbo si riapproprino dell’amore per il proprio corpo, ascoltandolo nelle sue pulsioni ed imparando a gestirle. 

“Una mente chiusa e statica non sposterà un corpo di un millimetro, mentre una mente aperta e dinamica lo porterà ovunque”. (Federica La Selva)

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