IPOCONDRIA!!!!

 

 

“Maledetta ipocondria, a furia di cercare sintomi su internet ho scoperto di avere le ovaie.”
(Marco Salvati)

 

 “Tre e due cinque, e cinque fanno dieci, e dieci fanno venti. In più a partire dal giorno 24, un clisterino infiltrante, propedeutico ed emolliente, per ammorbidire, umettare e rinfrescare le viscere del Signore. Inoltre dal giorno 25 una buona medicina purgativa e corroborante, composta secondo la prescrizione del Dott. Purgone per derivare ed evacuare la bile del Signore, quattro lire. Inoltre, dal giorno 26, un clistere carminativo per espellere le ventosità del Signore, trenta soldi.”  Il signore in questione, che pondera il prezzo di ricette e medicinali a lui prescritti, si chiama Argante, ed è il protagonista della commedia/balletto di Molière “Il malato immaginario”. Argante era un malato immaginario, Argante era ipocondriaco. Chi non conosce o non ha mai conosciuto una persona particolarmente lamentosa, un giorno mal di testa, un giorno cefalea, nervo sciatico, e bla bla bla, ad oltranza. Ma lamentarsi non ha mai creato danni a nessuno, lamentarsi non crea particolari disagi e non è una patologia, l’ipocondria si. L’ipocondria e’ un disturbo psichico caratterizzato dalla preoccupazione eccessiva di una persona riguardo la propria salute, con la convinzione che qualsiasi sintomo avvertito possa essere segno o rivelare una qualche patologia. L’ipocondriaco interpreta male le sensazioni corporee nonostante abbia ricevuto rassicurazioni mediche pertinenti, valide e ben fondate e nonostante abbia le capacità intellettive per poter compiere le inferenze opportune da tali informazioni. Le persone ipocondriache possono allarmarsi anche solo leggendo o sentendo parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, o a causa di osservazioni, sensazioni, o eventi che riguardano il loro corpo. L’ansia è tra le prime cause, così come la depressione, le esperienze traumatiche legate a morte o malattie, o ancor più frequente, la relazione nella prima infanzia con persone significative eccessivamente paurose o iperprotettive. Spesso la figura d’attaccamento infatti rispecchia tale immagine di debolezza in modo sistematico e ripetitivo, sia con messaggi espliciti che con atteggiamenti eccessivamente protettivi e spesso, proprio per questo, chi soffre di ipocondria ha un immagine di sé fragile, vulnerabile, debole e dunque facile alle malattie.

 

Per quanto paradossale l’ipocondriaco passa la vita pensando costantemente alla morte. La paura perenne di contrarre malattie, il ripetere ciclicamente analisi e fare controlli, li costringono piano piano a vivere in una gabbia. Una gabbia fatta di ansia e di paura che a lungo andare influisce inevitabilmente e negativamente sul piano relazionale e spesso anche sul rendimento lavorativo. Fortunatamente però l’ipocondria non è una patologia gravemente invasiva né incurabile, anzi. Un intervento di psicoterapia intesa anche come psico-educazione risulta efficace per interpretare e decodificare in maniera corretta i messaggi ed i segnali del corpo, per elaborare traumi o lutti, ma soprattutto per essere più centrati su se stessi, meno influenzabili e suggestionabili rispetto alle notizie che arrivano dall’esterno, ed infine per innescare la spirale positiva del piacere, il piacere di vivere. Così come Argante, “il malato immaginario”, che per anni è stato vittima di se stesso, alla fine grazie all’intervento della sua cameriera e del fratello, aprì gli occhi sulla realtà che lo circondava, riscoprendo la vera gioia di vivere.

 

 

 

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